Elezioni in Spagna, la destra è avanti ma il Psoe si avvicina.

Presentando il suo programma a Madrid, il premier Pedro Sànchez ha chiesto “molto più sostegno” da parte dell’elettorato: dopo la batosta subita nelle ultime elezioni comunali del 28 maggio, il leader socialista fa appello al “voto della Spagna rurale e urbana” e a “coloro che hanno votato per altre opzioni politiche” promettendo, tra l’altro, lezioni universitarie gratuite per chi supera gli esami al primo tentativo e il trasporto pubblico urbano gratuito per gli studenti fino a 24 anni, misure di cui però non sono stati specificati i costi.

Parlando contemporaneamente a Siviglia, Feijòo, a sua volta, ha chiesto agli elettori fiducia per consentirgli di governare “da solo”, senza dipendere dall’ultradestra di Vox (ipotesi remota, specie se le prossime due settimane confermeranno le rilevazioni odierne). Anche la coalizione della sinistra radicale Sumar, per raccogliere consensi in queste battute finali di campagna, ha intensificato le promesse ma puntando su stimoli all’economia per ridurre le disuguaglianze.

Per Yolanda Diaz, leader della formazione, la promessa “forte” in programma è un budget da 20 mila euro assegnato a ogni giovane tra i 18 e i 23 anni (senza alcuna verifica delle coperture). Misure che consentiranno a tutti gli studenti di finanziare studi o lanciare la propria impresa. Non da meno Vox, il partito di estrema destra, monarchico e conservatore, che ha inserito nel suo programma elettorale una riforma fiscale che produrrà drastici tagli di tasse. Una misura – ha spiegato il suo presidente, Santiago Abascal – per “passare dall’economia del risentimento a quella del buon senso”.

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